LA FORMAZIONE E L'EVOLUZIONE DELLA VIA LATTEA

( fonte principale: Karttunen et. al. Fundamental Astronomy - Springer)

LE ETÀ DELLE STELLE. Il metodo più diretto per lo studio dell'evoluzione della Via Lattea deriva dall'osservazione delle età delle stelle. La sequenza delle popolazioni stellari è anche una sequenza che corrisponde a stelle di età diversa. Le componenti più vecchie, la popolazione II dell'alone, forma una distribuzione quasi sferica di stelle di età compresa fra 12-14 miliardi di anni. Le stelle giovani e vecchie di popolazione I/II sono stelle di meno di 10 miliardi di anni che si sono formate inizialmente in uno strato molto sottile che poi si è inspessito. Intermedio tra queste due popolazioni vi è un disco spesso, stelle di popolazione intermedia II, di circa 10-12 miliardi di anni. Un'altra popolazione intermedia di tipo I è nei pressi del bulbo centrale ed include anche le stelle della barra centrale, l'età è circa 7-11 miliardi di anni.

L'ARRICCHIMENTO CHIMICO. La storia della formazione della Via Lattea è rintracciabile dallo studio delle proprietà delle stelle più vecchie e soprattutto nella loro composizione chimica ovvero l'abbondanza degli elementi chimici e degli isotopi più pesanti dell'elio (nel gergo astrofisico tutti questi elementi sono spesso genericamente chiamati "metalli" ). Solo l'idrogeno e l'elio esistevano al momento della formazione delle prime stelle. Nell'evoluzione delle successive generazioni di stelle le reazioni nucleari hanno prodotto gli elementi più pesanti alcuni dei quali sono ritornati nel gas interstellare per mezzo delle esplosioni di supernova o con il vento stellare. Questi elementi pesanti sono stati riassorbiti nelle seguenti generazioni di stelle in un processo che porta ad una progressiva crescita dell'abbondanza dei metalli nel mezzo interstellare.
Si sono formate anche stelle di massa piccola e quindi con un tempo di vista abbastanza lungo per essere ancora presenti. La loro composizione chimica riflette l'abbondanza degli elementi del mezzo interstellare al momento della loro formazione. Lo studio delle abbondanze degli elementi chimici nelle stelle di diversa età ci dà quindi la possibilità di ottenere informazioni sulla storia della formazione delle stelle della Via Lattea.

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24 Un indicatore comunemente usato per stimare l'abbondanza dei metalli nelle stelle è la massa relativa del ferro rispetto l'idrogeno in unità logaritmiche misurata relativamente ai valori trovati nel Sole. In figura a destra sono riportate le abbondanze per vari tipi di stelle a varie età crescenti. Dal grafico si evince che l'abbondanza relativa è elevata per le stelle con pochi miliardi di anni ma per le stelle più vecchie l'abbondanza relativa è bassa. Il più basso valore è stato -5 misurato in vecchie stelle dell'alone. Sono stati sviluppati molti modelli per descrivere l'evoluzione chimica della Via Lattea e delle altre galassie, ma nessuno riesce a spiegare la rapida crescita dell'abbondanza dei metalli nelle stelle giovani e la povertà degli stessi nelle stelle vecchie. Questa difficoltà, ovvero la relativa scarsezza dei metalli nelle stelle vecchie è chiamato "il problema delle nane G" perchè le stelle più vecchie, ancora nella sequenza principale, sono di classe spettrale G. Un modo semplice per evitare "il problema delle nane G" è supporre gran parte del gas interstellare si sia aggregato dopo la formazione delle stelle più vecchie.

LA FORMAZIONE DELLA VIA LATTEA Si ritiene che le galassie si formino quando nubi di gas di densità elevata collassano sotto l'azione della forza di gravità. Quando il gas è sufficientemente compresso iniziano le reazioni nucleari e nascono le stelle. Dopo la fine del collasso la nube si pone in uno stato quasi stazionario. L'evoluzione continua ma con un ritmo più lento. Le stelle mentre evolvono rimandano il gas chimicamente arricchito nello spazio interstellare dove si mescola con quello presente ancora non "trattato" e continua la formazione delle stelle.

Vi sono due modelli che cercano di spiegare come le galassie evolvono. Nel modello del collasso monolitico si assume che le grandi galassie si formano a causa del collasso gravitazionale di grandi nubi interstellari in maniera più o meno continua. Nel modello gerarchico molte stelle si sono formate in piccole nubi e poi successivamente questi ammassi di stelle si aggregano per formare la galassia.

Il caso della Via Lattea mostra che le differenze tra il modello monolitico e gerarchico sono troppo semplificate. Alcuni aspetti della struttura della galassia si accordano bene con il modello monolitico. Per esempio il collasso rapido dell'alone seguito da uno sviluppo graduale del disco si accordano con questo modello. Anche lo schema delle abbondanze chimiche è piuttosto omogeneo ed è compatibile con un modello di formazione delle stelle che è stato uniforme durante tutta la storia della galassia.

Tuttavia altre osservazioni depongono a favore di una formazione della Via Lattea di tipo gerarchico. Per esempio lo schema dell'abbondanza delle stelle nel disco spesso differisce da quello del disco sottile più vecchio. Il modo più naturale per spiegare questa differenza è che il disco spesso si è formato per accrescimento di una o più galassie satelliti con diverse storie di formazione stellare. Un altro segno dell'esistenza di aggregazione di galassie satelliti è l'esistenza di un sistema come le galassie nane del Sagittario che appare essere stato disgregato dalla Via Lattea.

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