( fonte principale: Karttunen et. al. Fundamental Astronomy - Springer)
Vi sono due pricipali tipi di montature: la montatura equatoriale e la montatura azimutale. Nella montatura equatoriale uno degli assi è diretto verso il Polo Nord Celeste. Questo asse è chiamato asse polare o asse orario. L'altro asse, l'asse di declinazione, è perpendicolare. Poichè l'asse orario è parallelo all'asse di rotazione terrestre la rotazione apparente del cielo può essere compensata ruotando a velocità costante l'asse ottico attorno l'asse orario. L'asse di declinazione è il principale problema tecnico della montatura equatoriale perchè causa forze perpendicolari sull'asse orario. Nella montatura azimutale un asse è verticale e l'altro è orizzontale. É una montatura più facile da costruire della montatura equatoriale ed è più stabile per i grandi telescopi. Ma, per seguire la rotazione del cielo, il telescopio deve ruotato in ambedue gli assi e con velocità variabili. In più se un oggetto è vicino allo zenith il suo azimuth varierà molto velocemente e la sua osservazione sarà molto difficile. I più grandi telescopi sono stati costruiti su montature equatoriali finchè, con lo sviluppo dei computer, è stato possibile realizzare la guida più complicata per mezzo delle montature azimutali. Molti dei telescopi più recenti sono posti su montature azimutali. |
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La montatura
Dobsoniana, utilizzata in molti telescopi per astrofili, è una
montatura azimutale.
Un altro tipo di montatura è il celostato dove uno specchio rotante converge la luce in un telescopio stazionario. Questo sistema è usato principalmente nei telescopi solari. Per misurare le posizioni assolute delle stelle sono usate delle strutture fisse orientate nelle direzioni Nord-Sud. Tali strutture sono i cerchi meridiani . NUOVE TECNICHE. I rilevatori hanno oggi raggiunto
il limite teorico di efficienza, quasi tutti i fotoni incidenti sono
catturati. Per catturare i fotoni provenienti da oggetti ancora più
deboli una soluzione è quella di aumentare l'area di raccolta della
luce, tuttavia anche gli specchi tradizionali hanno raggiunto il loro
limite teorico di ampiezza. Lo sviluppo dei meccanismi di supporto ha condotto all'ottica adattativa. Monitorando costantemente una stella di riferimento si ottiene in tempo reale la forma del disco di seeing. Un computer di conseguenza regola lo specchio ausiliario o quello principale centinaia di volte al secondo in modo da mantenera l'immagine meno dispersa possibile. Un'altra soluzione è costruire specchi non monolitici ma fatti da numerose tessere esagonali. |
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