( fonte principale: Karttunen et. al. Fundamental Astronomy - Springer)
TELESCOPI OTTICI.
I telescopi ottici si dividono in due gruppi principali:
i riflettori e i rifrattori. I
rifrattori hanno due lenti, l'obiettivo, che raccoglie la luce e forma
l'immagine sul piano focale e l'oculare che permette all'immagine di
essere trasferita nel piano focale dell'occhio. La distanza tra oculare
e obiettivo può essere regolata dal focheggiatore in
modo da essere a fuoco nel piano focale dell'occhio. Lo stesso vale per
il riflettore solo che, in questo caso, la luce proveniente
dall'oggetto astronomico viene raccolta da uno specchio. Se l'immagine
deve essere raccolta su un CCD allora non serve l'oculare perche il CCD
si pone nel piano focale dell'obiettivo.
Il diametro D dell'obiettivo si chiama apertura del telescopio. Il rapporto tra apertura e lughezza focale f è detto rapporto d'apertura . Questa quantità caratterizza la luminosità del telescopio ovvero la sua capacità di raccogliere la luce. Se il rapporto di apertura è grande si ha un telescopio "veloce" perchè i tempi di esposizione sono più piccoli rispetto a un telescopio con un piccolo rapporto di apertura che per questo motivo è definito "lento". In astronomia, come in fotografia, il rapporto di apertura è indicato dal numero f che è il reciproco del rapporto di apertura. Per esempio un telescopio di diametro 130 mm e lunghezza focale 900 mm ha un rapporto d'apertura F≈ 0.144 e un numero f≈6.9, invece un telescopio con un diametro 114 mm e lunghezza focale 500 mm è più veloce perche f≈ 4.4 |
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L'ingrandimento
di un telescopio è dato dal rapporto delle lunghezze focali
di obiettivo e oculare:
. L'ingrandimento non è una caratteristica importante di un
telescopio perchè può essere regolato cambiando l'oculare.
Una caratteristica più importante di un telescopio, che dipende dalla sua apertura, è il potere risolvente che determina la minima separazione angolare per cui due oggetti sono visti distinti. Questo effetto è dovuto alla diffrazione della luce attraverso l'obiettivo e un oggetto puntiforme è visto come un piccolo disco, tanto più piccolo quanto più grande è il diametro dell'obiettivo. La risoluzione teorica di un telescopio è data dalla legge di Rayleigh: Per esempio un telescopio di diametro 130 mm può, teoricamente, risolvere una doppia se le componenti hanno una separazione angolare maggiore o uguale di: rad°≈3·10-4°≈3·10-4·3600"≈1" |
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Questa formula può essere
anche applicata ai radiostelescopi. Comunque esiste un limite al potere
risolvente dato dal seeing che disperde l'immagine puntiforme a un
diametro di circa 1". Inoltre esiste anche un potere risolvente legato
all'occhio umano che limita la separazione angolare che può essere
risolta ad occhio nudo a circa e= 2'=5.8·10-4 rad.
Il massimo ingrandimento ωmax per un'osservazione visuale è dato dal rapporto tra il massimo potere risolvente dell'occhio e il potere risolvente del telescopio: . Per esempio per un telescopio con un obiettivo di 130 mm il massimo ingrandimento per le osservazioni visuali è circa 130 volte. |
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