( fonte principale: Karttunen et. al. Fundamental Astronomy - Springer)
LE DISTANZE DELLE GALASSIE. Possiamo determinare la luminosità assoluta, le dimensioni lineari e le masse delle galassie se riusciamo a misurare le loro distanze da noi. Per le galassie nel Gruppo Locale (nome dato al gruppo di galassie di diametro 3 Mpc, di cui fa parte anche la nostra galassia, che comprende più di 70 galassie, per la maggior parte, escluso Andromeda, di piccole dimensioni), le distanze possono essere determinate mediante le stelle variabili che riusciamo ad osservare . A scale più grandi (oltre 50 Mpc) possiamo stimare le distanze sulla base dell'espansione dell'Universo. Per connettere le misure di queste due regioni è necessaria una determinazione indipendente delle distanze basate su proprietà di particolari galassie. In certi casi possiamo determinare le distanze per mezzo di componenti strutturali delle galassie, come le dimensioni delle regioni H II o le magnitudini degli ammassi globulari. Tuttavia per distanze oltre 10 Mpc, per misurare la luminosità assoluta delle galassie, occorrono metodi che non dipendono dal dover conoscere le distanze. Sono stati proposti diversi metodi. Per esempio S. van den Berg ha introdotto una classificazione della luminosità delle galassie a spirale basandosi sulla correlazione tra la luminosità e la sporgenza delle spirali. Possiamo ottenere altri indicatori per la misura delle distanze da alcune proprietà intrinseche delle galassie che sono correlate direttamente con la luminosità totale (e poi, nota la luminosità, ricaviamo le distanze). Queste proprietà sono il colore, la brillanza superficiale, e le velocità interne alle galassie. Per esempio la luminosità assoluta di una galassia dipende dalla sua massa. Questa, a sua volta, è legata alle velocità delle stelle e del gas all'interno della galassia. Quindi si può trovare una relazione tra luminosità assoluta e dispersione delle velocità (per le ellittiche) e velocità rotazionali (per quelle a spirali). E siccome le velocità rotazionali possono essere misurate con precisione mediante la larghezza della linea dell'idrogeno a 21 cm allora si può ricavare la luminosità assoluta e poi attraverso di questa stimare la distanza. Infine si è scoperto che la luminosità delle galassie brillanti negli ammassi è con buona approssimazione, costante. Questo fatto può essere usato per misurare distanze ancora più grandi e fornisce informazioni molto importanti per la cosmologia. |
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Per le galassie a spirale
si misura la curva di rotazione che dà la velocità di rotazione delle
spirali in funzione del raggio. Poi la massa viene ricavata dalla
condizione di equilibrio tra forza gravitazionale, che trattiene le
stelle in orbita circolare, e la forza centrifuga:
. Un quarto metodo è applicare il teorema del viriale ad ammassi di galassie assumendo che questo sia in equilibrio. L'energia cinetica si può calcolare con il redshift e l'energia potenziale dalla separazione spaziale tra le galassie nell'ammasso. I risultati delle osservazioni e delle simulazioni indicano che se si considerano volumi nello spazio più grandi si ottengono più grandi valori del rapporto M/L. Questo significa che la massa aumenta più della luminosità. Da questi dati si evince che deve esistere una componente gravitazionale senza interazione elettromagnetica perchè, altrimenti, questa si rivelerebbe in effetti di assorbimento, come per il gas interstellare. Questo problema è conosciuto come il problema della massa mancante ed è una delle principali questioni non risolte dell'astronomia extragalattica. |
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